Quale interesse può avere ricordare oggi un Concilio della Chiesa avvenuto 1700 anni fa? A questa domanda ha cercato di rispondere don Giulio Maspero, docente di Teologia Trinitaria e Decano della Pontificia Università della S. Croce di Roma che ha tenuto la prolusione per il nuovo anno scolastico ed accademico ai docenti di religione e agli studenti della Scuola Teologica di Base di Monreale. Non si tratta certamente di celebrare, per mera curiosità storica, un evento così lontano nel tempo, ma di riflettere su ciò che costituisce il cuore stesso della nostra fede: la persona di Gesù, Salvatore e Signore.  Affermando che il Figlio è consustanziale al Padre, Nicea ci ha consegnato una verità fondamentale – ha detto don Maspero ai numerosi partecipanti– che Dio “è Padre”, non “fa” il Padre, ma è Padre da sempre e perciò non può che amarci. Questa verità ci libera dalla solitudine e ci fa entrare nel mistero della comunione trinitaria. Parlare di Nicea significa perciò cercare di comprendere sempre meglio la bellezza delle verità che professiamo, per divenirne testimoni nell’oggi, nei contesti culturali spesso così complessi in cui siamo immersi. L’incontro è stato arricchito anche dagli interventi di don Carmelo Migliore, Direttore dell’Ufficio IRC, Rosa Maria Scuderi, Direttrice della Scuola Teologica di Base, don Nicola Gaglio che ha aiutato i presenti a cogliere la straordinaria bellezza e profondità teologica del Pantocratore e da S. E. Mons. Gualtiero Isacchi che, traendo alcune conclusioni dall’incontro, ha ricordato l’importanza di una fede viva, che assume l’umano e sa farsi prossimità, secondo la logica dell’Incarnazione.

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